La chiesetta di Santo Stefano

La chiesetta di Santo Stefano, costruita dal pio Filoteo, è una basilica a solaio di legno, ad una navata con nartece interno, che si separa dalla navata centrale con un diaframma, caratteristica delle basiliche proto cristiane della comunicazione tra la navata centrale e il nartece.

Intorno al 1545, o po­co dopo, è stata dipinta la chiesetta di Santo Stefano, sotto l’abbazia di Metrofane. I suoi affreschi, resta­urati e molto ben conservati oggi, formano un insieme molto interes­sante dell’agiografia postbizanti­na. Oltre ai santi interi e altre rap­presentazioni, molto interessante è la raffigurazione dei ventiquattro versi dei Cantici della Madonna. Nel santuario c’è il solito ciclo agio­grafico: nella conca la Platytera [Massima dei Cieli], protettrice dei cristiani e di tutto il mondo, la San­ta Comunione, icone di grandi gerarchi. nel nartece, a sinistra e a destra dell’entrata, sono rappre­sentate le figure dei santi fondatori del monastero ieromonaci An­tonio e Filoteo, vestiti negli abiti monacali e circondati dalla guardia di onore degli arcangeli Michele e Gabriele. Sono accentuate le ca­ratteristiche ascetiche e severe nei loro volti, che esprimono la divina serenità e la celeste impassibilità.

Un’iscrizione sul muro occidentale del nartece sopra l’entra­ta e sotto la rappresentazione della Dormizione della Madonna, ci in­forma degli affreschi della chiesa – senza però darci la data – e per il restauro posteriore dell’affresco della Dormizione, eseguito dal prete agiografo di Kalambaka Ni­cola.

Durante la seconda guerra mondiale gli affreschi della chiesa di Santo Stefano, come anche quelli della chiesa di Santo Caralampo hanno subito dei danni.